è una performance moderna che racconta una violenza domestica ingiusta e cruenta come quelle che si registrano ogni giorno nel nostro Paese. Che la vicenda sia avvenuta nel Medioevo, non ha alcuna importanza, se non quella di ribadire ancora una volta che le discriminazioni di genere perdurano da secoli rimanendo un problema irrisolto.
La simbologia adottata fa ovviamente riferimento alla storia dantesca ma la proietta nel presente senza soluzione di continuità, esattamente come la violenza che da secoli si perpetua sul corpo delle donne.
Un corpo di giovane donna costretto nello spazio di un castello-prigione, aggredito e scaraventato dalla finestra, costituirà il fulcro del progetto coreografico ed è ragione stessa della ricerca gestuale.